miércoles, 20 de octubre de 2010
Alle origini di On The Road
Viene pubbicata la versione originale del capolavoro di Kerouac. Ecco un estratto da gustare in anteprima
La prima stesura di «Sulla strada», romanzo-mito della beat generation
Alle origini di On The Road
di JACK KEROUAC
Quando conobbi Neal mio padre era morto da poco... Ero appena guarito da una malattia grave della quale mi limiterò a dire che aveva certamente qualcosa a che fare con la morte di mio padre e la mia atroce sensazione che tutto fosse morto. Con l’arrivo di Neal cominciò davvero quella parte della mia vita che potremmo chiamare la mia vita sulla strada. Prima di allora avevo sempre sognato di andare nel West, vedere il Paese, ma erano sempre progetti vaghi e non ero mai partito. Neal è il compagno perfetto per la strada perché ci è nato sulla strada, mentre i suoi genitori erano di passaggio a Salt Lake City nel 1926, su un’auto scassata, in viaggio per Los Angeles.
Nel cuore del territorio del Pecos ci mettemmo a discutere su quali personaggi saremmo stati nel Vecchio West. «Neal, tu saresti certamente un fuorilegge» dissi «ma uno di quegli svitati e spassosi fuorilegge che attraversano le pianure al galoppo e si divertono a sparacchiare nei saloon». «Louanne sarebbe la bella della sala da ballo. Bill Burroughs abiterebbe in fondo alla città, un colonnello confederato a riposo, in una grande casa con tutte le imposte chiuse e uscirebbe solo una volta all’anno per incontrare il suo spacciatore in un Vicolo del Quartiere Cinese. Al Hinkle passerebbe le giornate a giocare a carte e raccontare storie seduto in poltrona. Hunkey vivrebbe con i cinesi; lo vedremmo passare sotto i lampioni senza degnarci di uno sguardo con una pipa d’oppio e la coda di cavallo». «E io?» dissi. «Tu saresti il figlio dell’editore del giornale locale. Ogni tanto perderesti la testa e andresti a divertirti con la banda degli altri pazzi. Allen Ginsberg---sarebbe un arrotino che affila le forbici e scende dalla montagna una volta all’anno con il suo carretto e predice gli incendi e la gente arrivata dal confine lo farebbe ballare a suon di schioppettate. Joan Adams... vivrebbe nella casa con le imposte, sarebbe l’unica vera signora in città ma nessuno la vedrebbe mai». Andammo avanti a lungo, passando in rassegna la nostra galleria di canaglie. Anni dopo Allen sarebbe sceso dalla montagna con la barba lunga e non avrebbe avuto più le forbici, solo canti di catastrofe; e Burroughs non sarebbe più uscito di casa una volta all’anno; e Louanne avrebbe sparato al vecchio Neal mentre usciva di casa barcollando; e Al Hinkle sarebbe sopravvissuto a tutti noi e avrebbe raccontato storie ai giovani di fronte al Silver Dollar. Hunkey sarebbe stato trovato morto un freddo inverno in un vicolo. Louanne avrebbe ereditato la sala da ballo e sarebbe diventata una signora e una dei cittadini più influenti. Io sarei scomparso nel Montana e nessuno avrebbe più sentito parlare di me. All’ultimo tirammo dentro anche Lucien Carr---sarebbe scomparso da Pecos City e tornato anni dopo scurito dal sole africano con una regina africana per moglie e dieci bambini neri e una fortuna in oro. Bill Burroughs sarebbe impazzito un giorno e avrebbe cominciato a sparare all’intera città dalla finestra; avrebbero dato fuoco alla sua vecchia casa e tutto sarebbe bruciato e Pecos City si sarebbe trasformata in una città fantasma di rovine carbonizzate tra le rocce arancioni. Ci guardammo intorno in cerca di un sito possibile. Il sole stava tramontando. Io mi addormentai sognando la leggenda.
Volevo fare l’amore con Edie per l’ultima volta ma lei non voleva saperne. Andammo in auto fino al Lago, da soli, lasciando Neal all’albergo le cui proprietarie puttane in pantaloni si erano rifiutate di lasciar entrare Edie per due chiacchiere e una birra («Che razza di posto pensate che sia!») e Edie le aveva mandate al diavolo. Al lago restammo seduti in auto come due innamorati qualsiasi. «E se tu e io ci provassimo per la prima volta o per l’ultima volta o come la vuoi chiamare ». «Non dire stupidaggini». Mi arrabbiai e saltai fuori dall’auto e chiusi di botto la portiera e andai a «rimuginare» vicino all’acqua. Aveva sempre funzionato un tempo, lei mi seguiva e mi rassicurava. Ma ora si limitò a fare marcia indietro e tornare a casa a dormire, lasciandomi con sette miglia di Detroit notturna da fare a piedi perché non passavano autobus nei paraggi. Camminai per quattro miglia fino alla prima fermata del tram. Era come le passeggiate che facevo nel buio di Alameda boulevard a Denver quando battevo la testa sull’asfalto che scintillava al chiaro di luna. Era finita, Neal diceva che tanto valeva partire per NY. Io volevo fare un ultimo tentativo. Andammo da Edie l’indomani pomeriggio e passammo altre cinque ore a bighellonare con i ragazzi e divorare le provviste nel frigorifero mentre sua madre era al lavoro. Poi Edie ci disse di andare ad aspettare nel bar di Mack Ave. Quello con il barista ficcanaso, dove ci avrebbe raggiunto più tardi. Appena girato l’angolo mi voltai e la vidi salutare un uomo alla guida di un’auto sulla strada e uscire dalla porta di casa per salire a bordo. L’auto fece marcia indietro per non venire nella nostra direzione e se ne andò. Dissi «Cosa diavolo succede? Era proprio Edie quella? Non doveva raggiungerci al bar?». Neal rimase in silenzio. Aspettammo per un’ora e poi lui mi abbracciò e disse «Jack lo so che non ci vuoi credere ma perché non apri gli occhi? Non capisci che ha un ragazzo, un fidanzato a Detroit, è appena venuto a prenderla. Se vuoi aspettarla qui la aspetterai per tutta la notte». «Ma non è da lei!». «Le donne non impari a capirle nemmeno dopo un milione di anni. È proprio come Louanne, amico, sono tutte puttane---e tu sai che uso il termine puttana in un senso completamente diverso da quello originario. Ti cancellano dalla mente e poi se ne fregano di te come se fossi una vecchia pelliccia da cambiare. Le donne sono molto più brave degli uomini a dimenticare. Ti ha dimenticato, amico. Ma tu non ci credi». «Non posso crederci». «L’hai vista coi tuoi occhi no?». «Temo di sì». «Se l’è svignata insieme a lui. E che stronza, neppure il minimo accenno a quello che aveva in mente. Oh amico, io le conosco queste donne, l’ho guardata bene in questi due giorni e io le conosco, le conosco». L’estate era finita. Eravamo fermi sul marciapiede davanti al bar---e cosa diavolo ci facevamo a Detroit?---e cominciava a fare freddo. Era il primo crepuscolo freddo dalla primavera. Ci stringevamo dentro le nostre magliette. «Ah amico lo so come ti senti. Ed è una costante della nostra vita---io ho chiuso con Carolyn, ho chiuso da un pezzo con Louanne, e ora tu hai chiuso con Edie. Andremo a NY e ricominceremo da capo. Ho amato Louanne con ogni fibra delle mie ossa, amico, e in cambio ho ricevuto lo stesso tuo trattamento». Ciononostante tornai a piedi a casa di Edie per vedere se c’era. La madre era in casa adesso, la vidi attraverso la finestra della cucina. Un’epoca della mia vita si era definitivamente conclusa. Ero d’accordo con Neal. «La gente cambia, amico, è questo che devi capire». «Spero che tu e io non cambieremo mai». «Lo sappiamo, lo sappiamo ». Prendemmo un tram fino al centro di Detroit, e all’improvviso mi tornò in mente che Louis Ferdinand Celine una volta aveva preso lo stesso tram con il suo amico Robinson, chiunque fosse Robinson se non probabilmente Celine stesso; e Neal era come me, perché la notte prima avevo sognato Neal in albergo, e Neal era me. In ogni caso era mio fratello e restammo insieme.
Per gentile concessione di Luigi Bernabò Associates— © 2007 John Sampas Literary representative of the estate of Stella Kerouac Sampas; John Lash, executor of the estate of Jan Kerouac; Nancy Bump; and Anthony M. Sampas — © 2010 Arnoldo Mondadori editore S.p.a., Milano
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